Partita che può esser presa come modello di tutto quello che non bisogna fare per perdere partite già vinte.

Victor schiacciasassi nei primi 20 minuti, possesso palla e dominio totale nella loro 3/4, tanto che l'allenatore Zenti con bolla alla mano valuta la possibilità di una forte pendenza del campo verso la porta avversaria.

Uno-due micidiale dei bomber della prima giornata, Toro Loco Bianchi con tap-in di piattone ed esultanza rivolta al Creatore, e Cecchino Chiapparino che per par condicio nel rispetto del suo sinitro dorato cannoneggia un destro da erezione calcistica, per la felicità del Presidente Bernardi che avrà quindi leve forti (o scuse ndr) per presentare ai giocatori il prossimo aumento di quota a copertura del faraonico ingaggio dell'ex Villafranchese.

Dalla possibilità di ghigliottinare l'incontro si passa in un batter d'ali al più masochistico degli harakiri: lo specialista dello scavetto Pippo deposita la sfera delicatamente tra le braccia di un incredulo portiere, che ringrazia. Effetto boomerang quindi, cazzotto autoinferto ed incontro che si riapre per un buco emmenthalliano tra la linea difensiva victorense.

Primi segni di panico bloccano testa e gambe agli undici neri.

I cattivi pensieri della panchina della Victor vengono tuttavia temporaneamente sopiti dal colpo tredita-su-valvola del redivivo Desiderà, che concretizza un fallo dal limite.

A sorrisi distesi seguono subitaneamente denti digrignati e palle roteanti del Mister Zenti, che assiste impotente la propria creatura prendere due schiaffoni a sequenza: prima il classico "vago mì, vetto tì, no fasso mì, spetta mejo tì" stordisce la difesa che prende il secondo canestro; poi la creatività arbitrale concede il gol del pareggio, sostenendo che il fischio sulla punizione c'era stato, ma non poteva esser avvertito da orecchio umano in quanto il fischietto in dotazione emetteva solo ultrasuoni per il richiamo dei fagiani (testimoni dicono di aver visto presidente Bernardi caricare un paio di esmplari in bagagliaio Alfa).

Negli spogliatoi Zenti in veste pavarottiana decanta il temporaneo 3 a 3 come espressione più acuta di aver avuto una testa fallica nel non saper gestire quanto di buono fatto inizialmente.

A peggiorar il tutto si mette il Segretario Violin che si trova nuovamente in imbarazzanti problematiche con l'unico suo compito, la preparazione del the; progressi fatti sicuramente rispetto all'incotro precedente, dove non portò nulla agli avversari, ma almeno non avesse aggiunto il sale.

Mente fredda al rientro, e Victor torna a +1 col pienocollo di Pippo dai 17 metri. Tutto a posto? Figurarsi.

Dal gol a fine partita prendono piede le più roboanti baruffe chioggiotte al marcà del pèsse, co spintoni, sberleffi e tolte pal cueo. Peruzzi invoca da precursore la sostituzione dell'arbitro, tutt'ora al vaglio presso il Direttivo Csi. Sadocco lima i tacchetti e prega il 7 avversario di andarsene prima di trasformarsi (in cielo abbondante luna piena ndr). Ginex piazza sul confine nord dell'area i primi dispositivi antiuomo in dotazione sperimentale ai Lagunari de Codevigo, urlando "attaccate con tre dadi adesso!".

Grazie all'intervento del Provvidenza, prima del punto di non ritorno il triplice fischio seda la malgama confusionaria dei 22, rivolti ora col pensiero alle ombre del venerdì sera.

Esperienza quindi da archiviare al più presto, e da cui imparare.

E nel frattempo continua il caso Rampazzo.